Senato - Disegno di legge 3203 (testo presentato)
DISEGNO DI LEGGE
Art. 1. (Istituzione dei parco paleontologico 1. Ai fini della salvaguardia e del recupero, della valorizzazione, della fruizione e della conservazione del patrimonio paleontologico e naturalistico esistente nell'area di Pietraroja, Cusano Mutri, Cerreto Sannita, del Taburno-Camposauro e di Baselice, in provincia di Benevento, é istituito il parco naturalistico di Pietraroja, di seguito denominato "parco".
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Art. 2. 1. Costituiscono il patrimonio del parco le presenze emergenti, le riserve del sottosuolo, nonché i resti, i beni e le altre tracce di vita e dell'esistenza umana del passato, comunque rientranti nel patrimonio naturalistico e storico-culturale del territorio del Sannio.
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Art. 3 (Finalità) 1. Salvo quanto disposto dal titolo II della legge 6 dicembre 1991, n.
394, il parco deve essere gestito in funzione delle seguenti finalità: a) tutelare il complessivo patrimonio paleontologico e naturalistico
compreso nell'area del parco; |
Art. 4. (Ente parco) 1. L'Ente parco ha personalità di diritto pubblico ed é sottoposto alla
vigilanza del Ministro per i beni culturali e ambientali e del Ministro dell'ambiente. a) il presidente; 3. L'organico funzionale dell'Ente parco é costituito da un direttore,
due assistenti, un funzionario amministrativo e un tecnico. a) il soprintendente ai beni archeologici competente per territorio o
un suo delegato; 6. Il consiglio direttivo delibera in merito a tutte le questioni
generali, elabora lo sta tuto dell'Ente, che é adottato con decreto del Ministro per i
beni culturali e ambientali, di concerto con il Ministro dell'ambiente, e approva appositi
programmi pluriennali di intervento per il perseguimento delle finalità di cui
all'articolo 3. a) tre rappresentanti dell'Università del Sannio; 9. Il comitato scientifico svolge funzioni di consulenza nei confronti del
consiglio direttivo ai fini della definizione del quadro di riferimento scientifico e
delle linee di orientamento per la ricerca, conoscenza, tutela, conservazione e
valorizzazione del patrimonio geo-paleontologico del Sannio. Il suo funzionamento é
regolato dallo statuto dell'Ente parco. |
Art. 5. (Gestione finanziaria) 1. Le risorse finanziarie dell'Ente parco, destinate alle finalità
istitutive, sono: a) i contributi ordinari e straordinari dello Stato; 2. La gestione finanziaria delle risorse pubbliche dell'Ente parco é
sottoposta al controllo della Corte dei conti. A tal fine la gestione delle risorse
pubbliche é contabilizzata separatamente da quella di altra natura e provenienza. |
Art. 6. (Finanziamento dello Stato) 1. Per il conseguimento delle finalità della presente legge é concesso
un contributo all'Ente parco pari a lire 10 miliardi per gli anni 1998-2000, di cui lire 4
miliardi per l'anno 1998, lire 3 miliardi per l'anno 1999, lire 3 miliardi per l'anno
2000. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento
iscritto, ai fini del bilancio triennale 1998-2000, nell'ambito dell'unità previsionale
di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del
Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica per l'anno 1998, allo
scopo utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero. |
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Senato - Disegno di legge 3203 (testo presentato)
ONOREVOLI SENATORI. - Agli inizi degli anni '80, a Pietraroja, in
provincia di Benevento, territorio suggestivo per gli stupendi scorci paesaggistici del
Matese e per la fisionomia naturale dei luoghi singolari del Monte Mutria, fu scoperto un
fossile, un reperto eccezionale, l'unico esemplare di dinosauro italiano. L'organismo del
rarissimo animale, in ottimo stato di conservazione, dal nome scientifico "Scipionyx
samniticus", risale, secondo gli studiosi di paleontologia, a circa 113 milioni di
anni. É questa una delle scoperte paleontologiche piú importanti del secolo:
l'esemplare, un cucciolo di poche settimane di vita, presenta ben visibili non solo
l'apparato scheletrico ma anche gli organi interni. La scoperta, l'esame e l'annuncio
dell'eccezionale reperto, nel richiamare interessi scientifici e culturali in campo
internazionale (come riportati dalle riviste "Nature" e "Time"), hanno
pure sollevato intensa attenzione sul contesto geografico sannita, ove da anni é stato
individuato nel sito di Pietraroja un esteso patrimonio di fossili animali e vegetali e
organizzata un'area geopaleontologica. Di qui l'esigenza di una iniziativa legislativa per
valorizzare i beni paleontologici e naturalistici del Sannio. Si potrà creare una
struttura museale, con laboratori di studio e ricerca e aule didattiche, che raccolga
l'intero patrimonio paleontologico sannita, percorsi di storia naturale, archeologia
industriale, in cui rappresentazioni grafiche e ricostruzioni plastiche esaltino le
evidenze scientifiche.
Un centro, quindi, che valorizzi efficacemente i giacimenti fossiliferi di Pietraroja, di
Baselice, del Taburno-Camposauro e delle altre località sannite nonché le testimonianze
della storia geologica del meridione d'Italia; uno spazio di cultura e di formazione
scientifica, collegato alle Università della Campania e del Molise; un luogo di
ospitalità per i gruppi docenti e discenti dei vari livelli scolastici che vogliono
accedere a progetti, attentamente programmati sul piano metodologico e didattico; e,
infine, un polo di accoglienza per flussi turistici di visitatori sempre piú aperti ed
attenti a leggere e scoprire le risorse naturali, le vocazioni e le attitudini culturali
del territorio.Il disegno di legge :
all'articolo 1, prevede l'istituzione del parco naturalistico del Sannio ai fini della conservazione del patrimonio paleontologico, archeologico e naturalistico, non solo del comune di Pietraroja ma anche delle aree sannite che, per il loro interesse archeologico, culturale e turistico, appaiono meritevoli di tutela.
All'articolo 2 viene, pertanto, specificato ció che si intende per patrimonio paleontologico e naturalistico mentre nell'articolo 3 vengono elencate le finalità, in funzione delle quali dovrà essere gestito il parco. Oltre alla tutela del patrimonio paleontologico e naturalistico, come piú volte specificato, funzione del parco é quella di promuoverne e divulgarne la conoscenza; promuovere iniziative di turismo culturale e scolastico e corsi di formazione professionale finalizzati alla preparazione di personale qualificato.
L'articolo 4 stabilisce che l'Ente parco ha personalità di diritto pubblico, sottoposto
alla vigilanza del Ministro per i beni culturali e ambientali e del Ministro
dell'ambiente. Organi dell'Ente sono: il presidente, il consiglio direttivo, il comitato
scientifico, il collegio dei revisori dei conti.
L'articolo 5 prevede che le risorse finanziarie dell'Ente, destinate alle finalità istitu
tive dell'Ente parco, siano tratte dai contributi ordinari e straordinari dello Stato, dai
contributi della regione Campania e degli enti pubblici oltre che dai contributi di
privati cittadini.
L'articolo 6, invece, dispone che l'Ente parco venga finanziato tra gli anni 1998 e 2000
con un contributo di 10 miliardi di lire cosí ripartiti: lire 4 miliardi per l'anno 1998
e lire 3 miliardi sia per l'anno 1999 che per l'anno 2000.
Gli stanziamenti a decorrere dall'anno 2001 sono determinati con legge finanziaria.
Senato della Repubblica
IL COLLEGATO AMBIENTALE
Scheda a cura dell'Ufficio Stampa e
Comunicazione Il disegno di legge recante "Interventi in campo ambientale" S 3833 Nato come disegno di legge di spesa del ministero dell'Ambiente costituito da 3 articoli, nel corso dell'esame nella commissione Ambiente e nell'Aula del Senato questo testo si è trasformato in un vero e proprio "collegato ambientale", caratterizzandosi per l'innovazione ordinamentale in materia di ambiente e territorio.Il filo rosso del provvedimento è infatti quello dello sviluppo sostenibile, perseguito con il completamento dalla strumentazione del comando e controllo ed assegnando un ruolo alla pianificazione ambientale di prevenzione dall'inquinamento, avviando procedure capaci di investire di responsabilità ecologica linsieme della politica. Questo disegno di legge, che approda ora in seconda lettura alla Camera, contiene infatti una serie di misure di fondamentale importanza tese da un lato, a potenziare l'amministrazione dell'ambiente in Italia, dall'altro a incentivare il ricorso ai sistemi volontari di gestione ecologica da parte delle imprese e degli enti locali. Nel complesso, il "collegato" stanzia quasi 700 miliardi di lire per completare la realizzazione del sistema a rete dei controlli ambientali dell'Agenzia nazionale per la Protezione dell'Ambiente e del Territorio (Anpat), istituire nuovi parchi nazionali, realizzare bonifiche di siti inquinati e ultimare quella dell'ex area industriale di Bagnoli, dotare il ministero dell'Ambiente delle risorse umane necessarie al suo funzionamento, permettere le bonifiche dei siti inquinati, riformare la difesa del suolo e riordinare il sistema cartografico nazionale, incentivare il ricorso all'adozione dei sistemi di gestione ambientale da parte delle imprese e di bilanci ecologici da parte dei Comuni, delle Province e delle Regioni. RIFORMA E POTENZIAMENTO DELL'AMMINISTRAZIONE DELL'AMBIENTE Potenziamento del sistema nazionale e regionale della rete dei controlli ambientali Il collegato ambientale reca disposizioni per il completamento e la riorganizzazione del sistema a rete dei controlli ecologici antinquinamento, che costituiscono il punto più debole e nevralgico del governo dell'ambiente in Italia. Per incentivare la creazione delle Agenzie per la protezione dell'Ambiente da parte delle Regioni - e completare così il sistema dell'Agenzia nazionale per la Protezione dell'Ambiente e Territorio e delle sue articolazioni regionali (Sistema ANPAT-ARPA) - previsto dalla legge 61 del 21 gennaio 1994 (dopo il referendum abrogativo dei controlli sulla qualità di acqua, aria e suolo da parte delle autorità sanitarie), il disegno di legge stabilisce che a partire dal 2000 le Regioni inadempienti subiscano una decurtazione dei loro finanziamenti statali di 3 miliardi. Le eventuali risorse così accumulate verranno ridistribuite tra le Regioni che si saranno dotate di Agenzie per la protezione dell'Ambiente (ARPA). All'ANPAT viene inoltre attribuito un profilo di maggiore radicamento sul territorio. Secondo la nuova denominazione, l'ANPAT sarà un'Agenzia di coordinamento per la Protezione dell'Ambiente e del Territorio, con la funzione appunto del coordinamento delle agenzie regionali, con un consiglio federale e una direzione composta da un direttore e da 4 membri, 2 nominati dal ministero dell'Ambiente e 2 dalla Conferenza Stato-Regioni. A questa struttura è stato attribuito complessivamente un finanziamento di 50 miliardi per il 2000, di 23 miliardi per il 2001 e di 18 miliardi per il 2002 per potenziare il sistema a rete dei controlli e della gestione delle informazioni sullo stato dell'ambiente così raccolte. E' 'previsto anche il coordinamento tra il Servizio geologico nazionale e le strutture tecniche presenti nelle Regioni e nelle Province autonome, i cui responsabili faranno parte di un apposito Comitato. Il ministero dell'Ambiente, sentita la Conferenza Stato-regioni, stabilirà per decreto l'organizzazione del Comitato. Il rafforzamento del ministero dell'Ambiente Il collegato dispone le ulteriori procedure per il completamento della pianta organica del ministero dell'Ambiente, fissata dalla legge 8 ottobre 1997, n. 344 in 900 unità. La nuova norma influisce in particolare sulle procedure di mobilità all'interno della Pubblica amministrazione, stabilendo la priorità per l'inserimento in ruolo dei lavoratori dipendenti degli enti posti in liquidazione e già in servizio presso il dicastero e per la promozione interna dalle qualifiche inferiori alle superiori. Viene dunque premiato l'impegno dei dipendenti del ministero dell'ambiente, mentre si stabilisce che per il reclutamento si potrà fare successivamente ricorso alle graduatorie degli idonei ad altri concorsi pubblici (fatti salvi i requisiti stabiliti per decreto) o indire altri concorsi per le qualifiche funzionali VI, VII e VIII. Per armonizzare i trattamenti economici di tutti i dipendenti che non appartengono ai ruoli dirigenziali vengono stanziati 500 milioni per il 2000 e 1 miliardo per il 2001, che verranno distribuiti attraverso la contrattazione collettiva integrativa. Viene inoltre potenziata di 20 unità la commissione per la valutazione dell'impatto ambientale a partire dal 1° gennaio 2001, autorizzando la relativa spesa di 2.150 milioni all'anno e istituito presso il ministero dell'Ambiente il Nucleo per la valutazione e la verifica degli investimenti pubblici, che costerà 400 milioni nel 2000, 1 miliardo nel 2001 e 1 miliardo nel 2002. LE MISURE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA In arrivo nuovi parchi e fondi per lo sviluppo di quelli esistenti Un parte del collegato è dedicata alla tutela dell'ambiente e del paesaggio: si istituiscono nuovi parchi nazionali, si rifinanziano aree protette già esistenti e si stanziano fondi per la manutenzione e la corretta fruizione del territorio, spingendo sulle politiche di sistema. Tra i nuovi parchi, alcuni rientrano nella normativa quadro sulle aree protette 394/91 (Costa teatina, Monte Baldo e Penisola Maddalena) e prevedono dunque struttura e procedure standard di organizzazione, gli altri (vedi l'elenco di seguito riportato) verranno istituiti e gestiti secondo e iter e modalità specificamente stabiliti.
Altre misure di potenziamento del sistema dei parchi e per la tutela della natura:
LA RIORGANIZZAZIONE DELLA DIFESA DEL SUOLO Le modifiche alla legge quadro 183/89 Il collegato ambientale prevede norme che modificano la legge quadro sulla difesa del suolo e contribuiscono alla sua migliore attuazione. Si prevede l'istituzione a partire dal 1° gennaio 2001 presso il ministero dell'Ambiente, di un "Fondo nazionale" per l'alta formazione nel settore specifico, le cui somme verranno utilizzate attraverso un piano pluriennale predisposto dal dicastero dell'Ambiente insieme a quello dell'Università, al gruppo nazionale per la difesa dalle catastrofi idrogeologiche del Cnr e al comitato dei ministri per la difesa del suolo. Il piano riguarderà anche i giovani che svolgono servizio civile per la tutela del patrimonio ambientale e forestale. Viene inoltre attribuita al governo una delega a emanare, entro 180 giorni dall'entrata in vigore del collegato, uno o più decreti legislativi che, senza oneri aggiuntivi per lo Stato, attribuiscano unico rilievo a tutti i bacini idrografici del territorio nazionale, per superare la farraginosità delle disposizioni normative che riguardano i rapporti tra le varie autorità. Il ministero dellAmbiente assume una competenza centrale in materia di difesa del suolo anticipando così la riforma che vedrà la nascita, con la nuova legislatura, del ministero dell'Ambiente e del Territorio. La manutenzione dei bacini idrografici è rafforzata, attraverso l'introduzione di un apposito programma triennale, che le Autorità di bacino dovranno predisporre d'intesa con le Regioni, secondo linee guida e le scansioni temporali dei ministeri dell'Ambiente e dei Lavori pubblici d'intesa con la Conferenza unificata Stato-regioni-autonomie locali. Finalità della programmazione: miglioramento della funzionalità idraulica dei suoli in montagna e in collina, regimazione e rinaturalizzazione della rete di deflusso superficiale, manutenzione degli alvei, incentivazione delle attività agro-silvo-pastorali che contribuiscono alla difesa del suolo. Lotta alla siccità e alla desertificazione Per il Programma d'azione nazionale per la lotta alla siccità e alla desertificazione i fondi stanziati ammontano a 2 miliardi suddivisi per il 2000 e il 2001 e di 2 miliardi nel 2002, mentre il funzionamento dell'omonimo Comitato a 1 miliardo a lire 1 miliardo nel 2001. Sistema cartografico nazionale Il collegato persegue inoltre l'obiettivo di riorganizzare e coordinare precedenti finanziamenti e strutture operative già esistenti per la produzione di cartografia ufficiale di base e tematica, al fine di adeguarla alle necessità di predisposizione e aggiornamento dei supporti di informazione geografica digitale su base nazionale ed europea di cui all'accordo sottoscritto il 30 luglio 1998 tra lo Stato e le Regioni. MISURE PER LE IMPRESE ECO-VIRTUOSE E PER I CONSUMATORI Autocertificazione per chi si certifica Emas E' in arrivo la semplificazione delle procedure burocratiche per le imprese certificate Emas, ovvero per le imprese che adottano sistemi volontari di gestione ambientale tesi al controllo delle emissioni inquinanti attraverso l'uso delle migliori tecnologie disponibili. Tali aziende potranno accedere all'autocertificazione per il rinnovo delle autorizzazioni all'esercizio degli impianti e dell'iscrizione all'Albo gestori rifiuti, previste dalle leggi sull'aria, sull'acqua, sui rifiuti e sul controllo integrato dell'inquinamento (Integrated prevention pollution control). La certificazione Emas garantisce infatti che l'impresa ha avviato con profitto un sistema di valutazione e prevenzione del rischio di inquinamento. La semplificazione costituisce quindi un incentivo alla sua adozione. Niente più emergenze per presentare il Modello unico di dichiarazione ambientale Il collegato mette inoltre ordine nelle procedure di modifica del Modello unico di dichiarazione ambientale delle imprese, che solitamente intervengono ogni anno, per evitare situazioni di emergenza e ritardi nella presentazione. Viene infatti stabilito che le eventuali modifiche al MUD dovranno essere apportate con un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri entro il 1° marzo di ogni anno. In tale ipotesi, scatta una proroga automatica di 120 giorni la presentazione del modello. Cotton fioc e piatti monouso solo biodegradibili Niente più depuratori intasati dai bastoncini nettaorecchie, discariche piene di indistruttibili stoviglie monouso, o mari cosparsi di buste di plastica. Entro un anno tutti questi prodotti di uso quotidiano e i riempitivi espansi per gli imballi, che vengono commercializzati sul territorio nazionale, dovranno essere realizzati esclusivamente con materiali biodegrabili. Entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, il ministro dell'Ambiente di concerto con quello della Sanità, dovrà emanare un decreto che definisca le categorie di prodotti su cui dovrà comparire entro 4 mesi la scritta <<non disperdere nell'ambiente e nei servizi igienici>> ed elencare altri prodotti da fabbricare solo con materiali biodegradibili. Dopo un anno dall'entrata in vigore della legge i sindaci potranno sanzionare la produzione e la commercializzazione di questi prodotti non biodegradabili con il pagamento di una somma da 5 a 90 milioni e, in caso di reiterazione, con la chiusura dello stabilimento di produzione da 5 giorni a 3 mesi, o con la sospensione della licenza fino a 3 mesi. Sono misure che tendono a modificare i comportamenti quotidiani più inquinanti e che nel tempo incentivano la ricerca da parte delle industrie dei materiali a minore impatto ambientale. LA BONIFICA DI BAGNOLI La bonifica di Bagnoli, unopportunità per lo sviluppo di Napoli e del Mezzogiorno con la possibilità di utilizzare larea industriale dismessa ai fini di un nuovo sviluppo urbano che attivi nuova occupazione e salvaguardi lambiente. Il disegno di legge prevede il completamento della bonifica del sito industriale di Bagnoli, già prevista dalla legge 582/96, attraverso la netta semplificazione delle procedure e l'affidamento dell'area al comune di Napoli per il suo pieno recupero dal punto di vista socio-economico. L'Iri dovrà predisporre il piano per il completamento della bonifica entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge, poi il ministero dell'Ambiente avrà altri 30 giorni per verificarne la fattibilità, approvarlo ed emettere un apposito decreto. La bonifica seguirà i criteri già fissati dalla normativa precedente, attraverso lo smantellamento, la rimozione, la demolizione e la rottamazione delle strutture, nonché la bonifica delle aree dalla presenza di inquinanti fino alla profondità interessata dalla contaminazione. Per la conclusione del ripristino ecologico dell'area di Bagnoli vengono stanziati 50 miliardi all'anno dal 2000 al 2004. Le funzioni di vigilanza e di controllo sulle procedure vengono attribuite al ministero dell'Ambiente, che dovrà relazionare al Parlamento ogni anno sullo stato di avanzamento dei lavori. Per il pieno recupero dell'intera area di Bagnoli viene inoltre attribuita al comune di Napoli la facoltà di acquisire, direttamente o attraverso società partecipate, la proprietà dell'ex sito industriale, entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge. In questo caso sarà il Municipio della città parteneopea ad assumere oneri e onori del completamento della bonifica, altrimenti entro 9 mesi si provvederà a un'asta pubblica, e i fondi già stanziati per il risanamento verranno reintroitati dallo Stato perché spetterà al nuovo proprietario sostenerne interamente i costi. LA BONIFICA DEI SITI INQUINATI La bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati In arrivo soldi e depenalizzazione per incentivare le bonifiche dei siti inquinati già previste dalle leggi. Gli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati (ex articolo 1 della legge 9 dicembre 1998, n. 426) vengono rifinanziati con 96 miliardi nel 2000, 100 nel 2001 e 32 per il 2001. Il decreto Ronchi sui rifiuti 22/97 prevedeva l'obbligo di bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati a carico dei proprietari dei siti stessi, siano essi imprese o enti pubblici territoriali. L'avvio della bonifica, tuttavia, equivale per le imprese a un'autodenuncia con conseguenze anche penali, cosa che di fatto ha finora impedito la fattiva attuazione della legge. Per ovviare a questo problema, e incentivare le bonifiche, il disegno di legge sugli "Interventi in campo ambientale" prevede, per i proprietari dei siti che decidono di effettuare la bonifica, la non punibilità per i reati direttamente connessi all'inquinamento del sito commessi prima dell'avvio delle procedure di ripristino. Per evitare che scattino le sanzioni penali, la realizzazione della bonifica deve essere condotta in conformità alle normative vigenti, e i fatti di inquinamento non devono essere stati commessi a titolo di dolo. Ovviamente tale norma non è valida per i reati delle ecomafie, quando quindi l'inquinamento è volto al guadagno illecito. La bonifica dall'amianto E' inoltre prevista la mappatura completa della presenza di amianto sul territorio nazionale e la realizzazione degli interventi di bonifica più urgente, per cui vengono stanziati 6 miliardi per il 2000 e 8 miliardi da ripartire nel 2001 e 2002. Entro un mese dalla data di entrata in vigore del collegato ambientale, il ministro dell'Ambiente dovrà emanare un decreto (con il concerto del tesoro e sentita la Conferenza unificata) contenente i soggetti e gli strumenti per la mappatura e i criteri per l'attribuzione del carattere di urgenza alle bonifiche. Traffico illecito di rifiuti Apportando un emendamento aggiuntivo al decreto legislativo Ronchi sui rifiuti 22/97, il collegato ambientale configura una figura specifica di delitto per l'attività criminale organizzata relativa al traffico di rifiuti. Viene così integrata la normativa del '97 che tendeva a colpire i singoli reati, e attribuita particolare gravità ai reati commessi dalle cosiddette ecomafie. In particolare si stabilisce che:
NORME PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE NELLE CITTA' Promozione di Agende 21 locali e di bilanci ambientali Da qualche tempo comuni, province e regioni stanno adottando programmi concertati a livello locale per lo sviluppo sostenibile delle città (Agende 21), strumenti per la certificazione ambientale delle amministrazioni (sul modello delle imprese) e veri e propri bilanci ambientali. Per sostenere queste iniziative, la cui importanza è riconosciuta a livello internazionale e in attesa della legge quadro di contabilità ambientale, viene costituito un apposito fondo presso il ministero dell'Ambiente di 11 miliardi per gli anni 2001 e 2002. Entro 30 giorni dall'entrata in vigore del collegato, un regolamento del titolare del dicastero dell'Ambiente dovrà indicare i requisiti di ammissione e i criteri di ripartizione del fondo. Città sostenibile delle bambine e dei bambini Entro il 31 dicembre 2000 il ministero dell'Ambiente dovrà definire con un decreto i requisiti per l'attribuzione del premio "Città sostenibile delle bambine e dei bambini", da attribuire ai comuni che avranno adottato le migliori iniziative per rendere più vivibile l'ambiente urbano per i più piccoli. A tale scopo nel 2000 e nel 2001 vengono stanziati 1 miliardo e 200 milioni all'anno. Riduzione del traffico rubano Su richiesta dei comuni interessati, il ministero dell'Ambiente insieme ad ANPA e a ENEA promuove iniziative di supporto alle misure per la riduzione dell'inquinamento urbano previste dai piani del traffico di cui al Nuovo codice della strada. E proprio sui piani e sulle altre misure contro il traffico, i sindaci potranno promuovere referendum consultivi, anche in deroga agli statuti municipali. CONVENZIONI INTERNAZIONALI E COOPERAZIONE La partecipazione dell'Italia alle convenzioni internazionali per la tutela ecologica Viene finanziata la partecipazione dell'Italia ad alcuni programmi e convenzioni internazionali. In particolare:
La Cooperazione internazionale e valutazione dell'impatto ambientale Il disegno di legge introduce una sorta di valutazione dell'impatto ambientale dei programmi di cooperazione allo sviluppo. Si stabilisce infatti che "i programmi di cooperazione bilaterale dell'Italia con gli Stati dell'Europa centro-orientale e con i paesi in via di sviluppo" devono contenere una valutazione preliminare degli effetti sulle emissioni di gas serra e sul consumo di risorse idriche. NORME VARIE Sviluppo di tecnologie pulite e attività di formazione ed educazione Il collegato stanzia 16.800 milioni per rifinanziare la legge di spesa del ministero dell'Ambiente per il 1998, e 228 miliardi per quella del 999. Sono disponibili per il 2001 rispettivamente: 6 miliardi per la prosecuzione da parte del ministero dell'Ambiente delle attività relative ai premi per lo sviluppo delle tecnologie pulite e 10.800 milioni per il proseguimento delle attività di educazione, formazione e informazione ambientali (articoli 2 e 3 della legge 8 ottobre 1997, n. 344). Norme per l'Umbria Vengono stanziati 3 miliardi all'anno fino al 2002 per il completamento del secondo accesso alla città di Amelia e 1 miliardo nel 2000 per la conservazione della foresta fossile di Dunarobba, nel comune di Avigliano umbro. Nucleo ecologico dei carabinieri Il Nucleo Operativo Ecologico dell'Arma dei Carabinieri assumerà la denominazione di Comando dei Carabinieri per la difesa dell'ambiente. |